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La concezione della luce come sostanza divina è introdotta nel pensiero occidentale da Platone, il quale paragona la luce all'idea di bene, a quella del sole che fa essere e fa conoscere le cose, illuminandole. I filosofi cristiani, ebraici e misulmani del Medio Evo elaborarono il tema neoplatonico plotiniano della luce come realtà spirituale che irraggia e manifesta la realtà divina senza stabilirne l'essenza. Sant'Agostino interpretando il libro della Genesi e il prologo del vangelo di Giovanni include Cristo come parola di vera luce di conoscenza, di vita e di salvezza. Va menzionato anche 'De luce' di Grossatesta, relativamente alla dottrina della formazione dell'universo nella quale si sostiene che la luce sia dominante nei corpi superiori, mentre negli inferiori, dominai la tenebra. Io, uomo del mio tempo, non vorrei restare allo stadio degli inferiori ma sono venuto alla luce in un'atmosfera nichilista, ospite inquieto di un mondo dove è difficile trovare una via di salvezza, seguendo rotte perdute in un tempo bigio, con il faro del dubbio.